venerdì 12 ottobre 2012

La guerra Boemo-Veneta

Tanto tempo fa i barbari imperversavano nella pianura padana, saccheggiando quel che restava del Romano Impero... Tanto tempo fa esisteva una città dalla storia millenaria, Altino, fondata dalle tribù paleovenete attorno al mille a.C. nella laguna veneta ed annessa successivamente, in maniera pacifica, al più grande impero della storia antica. Tanto tempo fa, ma un po' di meno, gli abitanti di Altino abbandonarono la loro antica città per sfuggire alle devastazioni dei barbari...
Come Enea, profugo di Troia, andò a fondare Roma, i profughi di Altino e delle cittadine circostanti fuggirono dalla costa per rifugiarsi sulle isole della laguna, dando vita ad una delle più fiorenti repubbliche del passato: Venezia.
Venezia divenne presto celebre per le sue industrie del vetro, ma i forni causavano spesso devastanti incendi nella città ancora prevalentemente di legno (il legno del Cadore, tanto caro a Tiziano che non è raro veder apparire nelle sue opere il celebre palo). La produzione del vetro fu dunque spostata in un isola vicina a Venezia, ma separata dal mare: Murano.
Coppe, piatti ma anche e sopratutto bicchieri fra le produzioni di Murano, inizialmente posseditrice del monopolio, o quasi dell'industria vetraria, finché un brutto giorno la Boemia scoprì che aggiungendo del carbonato di potassio alla miscela classica del vetro si otteneva un composto più chiaro e stabile. I cristalli di Boemia scalzarono dunque Murano, e i bicchieri di boemia che nella Fuga all'inglese di Paolo Conte osservano il tempo scorrere in città, "laddove tiene la sua accademia".
Murano uscirà da questa crisi grazie al rinnovo del "catalogo", iniziando, ovviamente dopo qualche secolo, la produzione di raffinati lampadari, un tempo per candele, ora per lampadine.


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